La sclerosi multipla (SM) è una malattia neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale, causando infiammazione e danni ai neuroni. Nelle fasi avanzate, porta a una progressiva perdita di funzioni, dovuta all’azione del sistema immunitario, all’accumulo di lesioni e alla difficoltà del cervello di riparare il danno alla mielina, la guaina protettiva dei nervi. Oltre ai farmaci che regolano il sistema immunitario, c’è quindi un forte bisogno di trattamenti che proteggano i neuroni e rallentino la progressione della disabilità. Il progetto si propone di studiare il ruolo del recettore NK1R, una proteina coinvolta nei meccanismi di mielinizzazione e protezione del cervello. L’obiettivo è capire se possa diventare un nuovo bersaglio terapeutico per la sclerosi multipla. L’idea è quella di testare un farmaco già approvato per altri usi, con la speranza di accelerare lo sviluppo di una nuova terapia che favorisca sia la riparazione del danno che la protezione dei neuroni.
In queste immagini viene rappresentato, in chiave concettuale, il modo in cui la malattia agisce: i tessuti che si lacerano, il corpo umano che lentamente si spegne e infine l’intervento del farmaco, che ricostruisce ciò che è stato distrutto, generando una sorta di “bolla” protettiva attorno alle fragilità. L’intera scena si svolge in un limbo astratto, uno spazio vuoto e sospeso che priva l’ambiente di distrazioni, invitandoci a concentrare lo sguardo esclusivamente sugli oggetti e sulla dinamica che essi rappresentano. Accanto a questa narrazione visiva, con immagini di repertorio, emergono anche le motivazioni personali che hanno spinto la ricercatrice a intraprendere il proprio percorso. La perdita della madre, strappata via dalla sclerosi multipla, ha segnato profondamente il suo vissuto. La sua battaglia scientifica nasce da un forte bisogno di sconfiggere la malattia per impedire che altre persone subiscano lo stesso dolore. Il progetto si conclude con un ritratto della ricercatrice arricchito da sovrapposizioni fotografiche di persone a lei care, figure fondamentali che hanno contribuito a renderla la donna che è oggi. In questo ultimo scatto, emerge un’immagine luminosa e serena, una donna consapevole, grata per ciò che ha vissuto, per ciò che ha costruito e fiduciosa in ciò che potrà raggiungere.
