Lo studio del DNA antico (cioè estratto da reperti archeologici) e la museomica, l’analisi del DNA ottenuto da reperti museali, stanno rivoluzionando il nostro approccio a discipline come l’archeologia, l’antropologia e la storia. Nel progetto viene estratto e sequenziato il DNA di resti umani e animali provenienti da diverse realtà museali. Le analisi genetiche cercheranno di rispondere a diverse domande, sull’origine di questi campioni, la loro storia e variabilità genetica e l’appartenenza a possibili specie o sottospecie. Ma queste informazioni sono solo parte della storia e del racconto culturale di ogni reperto. Il progetto propone un approccio innovativo e multidisciplinare per proteggere e aumentare il valore culturale di questi reperti le cui informazioni, ottenute con le analisi del DNA, verranno rese pubbliche con un linguaggio divulgativo, andando ad arricchire le esperienze offerte dalle esposizioni contribuendo alla creazione di musei più emozionanti e coinvolgenti.
Nicola, ricercatore di genetica della popolazione all’Università di Pavia, si occupa di una particolare e lentissima pratica di studio della storia evolutiva di diverse specie tramite la raccolta di minuscoli frammenti di reperti: un osso, un foro, o anche solo un po’ di polvere.
Studiare impone un lungo attendere. Osservare Nicola nel suo fare ha significato seguire con precisione una serie di processi invisibili che avvengono dentro molecole infinitamente piccole, che custodiscono indizi su chi siamo e da dove proveniamo.
Il concetto del risalire è la chiave di lettura di questo lavoro: ritornare in superficie, seguire una traccia, ricostruirla. Estratti d’immagini, angoli, piccoli frammenti di fotografie d’archivio, appunti visivi per la ricerca di Nicola, a rappresentare, come fatte di materia, la minuscola parte del reperto fossile. Piccoli segni che raccontano la nostra origine, ricordandoci come ogni minuscola parte contribuisca al mosaico più ampio della storia e dell’identità culturale.
