La cosmologia è oggi a un bivio: il modello standard descrive con successo l’evoluzione dell’Universo, ma si fonda su due componenti ancora misteriose — la materia oscura e l’energia oscura. Capirne la natura richiederà nuove forze, nuove particelle, e quindi nuova fisica. Per affrontare queste domande fondamentali, la comunità scientifica ha lanciato un grande programma osservativo, che culminerà con il satellite Euclid. Il progetto di ricerca mira a sviluppare nuovi modelli teorici e strumenti di analisi per sfruttare al meglio l’enorme quantità di dati in arrivo, costruendo un quadro predittivo capace di decifrare le informazioni contenute nelle mappe cosmiche, rappresentazioni dettagliate della distribuzione di materia ed energia nell’Universo, la chiave per esplorare i primi istanti del cosmo e i meccanismi alla base della sua evoluzione.
La ricerca avviene attraverso simulazioni: sulla base di dati raccolti si creano modelli e si confronta la simulazione con la realtà per verificare l’attendibilità di un modello. Il progetto vuole esplorare alcuni dei temi impliciti della ricerca cosmologica: partendo dall’idea di simulazione, si vuole esplorare il rapporto dell’uomo con la conoscenza dell’universo e come la prospettiva può cambiare quando si mettono in relazione due entità in scale così diverse. Lo specchio, il doppio, il vuoto, il continuo, l’uomo, la natura: questi i temi che hanno guidato le scelte alla base della narrazione visiva, con l’intento di restare connessi alla dimensione concreta e quotidiana di chi ha scelto questa ricerca come vocazione, professione e forma di vita.
